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    Torta Pasqualina alla feta

    8 persone 25 minuti 65 minuti
      Ingredienti

    2 rotoli di pasta sfoglia fresca rettangolare

    700g di erbette miste (spinacini e bietole) già mondate

    4 cipollotti

    170g di ricotta con latte 100% italiano

    160g di feta

    70g di parmigiano reggiano grattugiato

    4 uova fresche + 4 uova sode

    menta

    1 cucchiaino di zucchero

    sale e pepe

    Procedimento

    1. Raccogliete le verdure in una casseruola insieme a un filo d’acqua, copritele a fatele appassire a fuoco medio fino a quando saranno diventate abbastanza tenere. Scolatele e raffreddatele sotto acqua corrente, per bloccarne la cottura. Scolatele di nuovo e strizzatele bene.
    2. Tritatele grossolanamente al coltello, quindi trasferitele in una ciotola. Mondate i cipollotti, riduceteli a rondelline e uniteli alle verdure con la ricotta, la feta sbriciolata, il parmigiano, 3 uova sbattute, qualche foglia di menta e lo zucchero. Aggiustate di sale e pepe. Mescolate il tutto fino a ottenere un composto omogeneo.
    3. Stendete la prima sfoglia in uno stampo da plumcake foderato con carta da forno. Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e versatevi all’interno metà del ripieno. Livellatelo con un cucchiaio e posizionatevi sopra le uova sode, facendole affondare. Coprite con il ripieno restante e livellate. Chiudete con l’altra sfoglia e sigillate bene i bordi. Spennellate con l’uovo rimasto.
    4. Fate cuocere in forno già caldo a 180°C per circa 50-60 minuti: la sfoglia dovrà risultare dorata e il ripieno ben cotto. Sfornate e fate intiepidire.

    Vino consigliato

    Il vitigno grillo, probabilmente di origini pugliesi, è giunto in Sicilia, nel marsalese, in concomitanza con l’invasione della fillossera (un insetto che, dalla fine dell’800 e per oltre quattro decenni, ha distrutto buona parte dei vigneti europei), quando molte vigne vennero ripiantate con vitigni diversi da quelli tradizionali. La scelta dei viticoltori cadde sul grillo – a quei tempi detto “riddu” – perché molto adatto ai terreni della zona e relativamente semplice da coltivare. Negli anni ’30 rappresentava quasi il 60% della viticoltura sull’isola, ma già nel dopoguerra si era ridotto sensibilmente. Per lungo tempo è stato spedito al nord allo scopo di rinforzare i deboli vini nordici e solo dagli anni 2000 si è assistito a un ritorno di interesse verso la sua coltivazione. Oggi è diffuso soprattutto nel trapanese, ma anche in provincia di Agrigento e, in misura minore, tra Palermo e il siracusano. Il Grillo – sapido, profumato e di buon corpo – servito a 11-12 gradi di temperatura è perfetto per accompagnare la torta Pasqualina, un mix di delicatezza e ricchezza gustativa (rinfrescato dalla feta e dalla menta) che richiede un vino al tempo stesso elegante e potente.