Crostata alla ricotta e confettura
per la pasta frolla
200g di farina tipo "00"
100g di burro freddo
80g di zucchero a velo
2 tuorli
sale
per il ripieno
500g di ricotta vaccina
190g di zucchero semolato
15g di amido di mais
1 bacca di vaniglia
1/2 limone non trattato
confettura di lamponi
Procedimento
- Iniziate preparando la pasta frolla: nella planetaria (o a mano) lavorate il burro freddo tagliato a tocchetti con lo zucchero a velo fino a quando sarà ben amalgamato, incorporate i tuorli e unite per ultima la farina setacciata con un pizzico di sale. Amalgamate il tutto fino a ottenere una pasta liscia, se necessario lavoratela brevemente a mano. Avvolgete la pasta nella pellicola e lasciate riposare in frigorifero per 30 minuti.
- Nel frattempo preparate il ripieno: in una ciotola lavorate a crema la ricotta e lo zucchero utilizzando uno sbattitore elettrico. Unite l’amido di mais setacciato, i semi di vaniglia, la scorza di limone grattugiata e amalgamate fino a ottenere un composto omogeneo.
- Stendete la frolla su una spianatoia appena infarinata portandola a uno spessore di 5 mm. Utilizzatela per rivestire uno stampo liscio da crostata da 22 cm di diametro. Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta. Reimpastate i ritagli di pasta, formate un panetto e trasferite in frigorifero.
- Versate il ripieno all’interno del guscio di frolla, livellate e formate uno strato uniforme con la confettura di lamponi. Stendete la pasta avanzata, ricavate delle strisce e formate una griglia sul dolce. Cuocete la crostata a 180°C per 45 minuti o fino a doratura. Sfornate, riportate a temperatura ambiente e fate riposare in frigorifero per almeno 4 ore prima di servire.
Il suggerimento
Per un’ottima riuscita della crostata è importante che la ricotta vaccina scelta sia ben asciutta. A seconda dei vostri gusti potete variare il gusto della confettura sostituendo i lamponi con fragole, frutti di bosco o albicocche.
Vino consigliato
Il Verdicchio, tra i più noti vitigni a bacca bianca d’Italia, trova la propria patria di elezione nelle Marche e probabilmente deve il nome al colore dell’acino a maturazione, che mantiene sfumature verdoline. Una varietà eclettica, capace di dare vini di pronta beva ma anche prodotti strutturati in grado di migliorare negli anni e pure interessanti.
Metodo Classico.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi (ne esiste un altro proveniente dalla zona di Matelica) nasce nell’anconetano, un affascinante territorio di borghi fortificati dove le vigne scorrono in direzione ovest-est tra le montagne e il mare Adriatico. Nella sua interpretazione più semplice e immediata dà il meglio entro uno o due anni dalla vendemmia, denotando accentuate sensazioni floreali e fruttate. Vino ideale per la cucina marinara, può trovare ottimi abbinamenti anche con i formaggi freschi; ma questa versione si sposa
armoniosamente con la frittata di spinaci insaporita dai porri, addolcita dai piselli e ravvivata dagli aromi
raffinati delle erbe aromatiche. Un connubio di freschezza, sapidità ed eleganza che richiede un vino leggero e saporito, dagli aromi giovanili e con un corpo di medio peso. Consigliamo di servire il vino fresco, non freddo, a 10-12 gradi di temperatura.