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Spezie&Aromi: Coriandolo

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Con quelle foglie che tanto ricordano il prezzemolo, il Coriandrum sativum porta il profumo del Vicino Oriente. Si tratta di una pianta erbacea che appartiene alla stessa famiglia del già citato prezzemolo e del finocchio, si assesta fra i 40 e i 70 cm di altezza e si sviluppa in zone dal clima caldo e poco umido.
Date le sue proprietà antispasmodiche, antibatteriche ed energizzanti, non stupisce che fosse usato ampiamente nell’antichità – sia a scopo terapeutico sia alimentare – da Egizi, Greci e Romani, per limitarci al bacino del Mediterraneo.

Negli ultimi vent’anni la sua coltivazione ha interessato sempre più il nostro Paese per vari motivi: richiede scarsa irrigazione, arricchisce il suolo e i costi di produzione sono bassi. Con un consumo mondiale in aumento, la maggior parte del coriandolo raccolto in Italia è esportato all’estero. Anche la coltivazione domestica è semplice e sempre più apprezzata, trattandosi di una pianta con poche esigenze.

Del coriandolo si usa praticamente tutto. I suoi frutti – quelli che troviamo in commercio chiamati impropriamente “semi” – sono piccole bacche tonde dall’aroma agrumato che ricorda quello del limone. Si usano tantissimo in cucina, in Italia molto più delle foglie, tanto che la loro versatilità è sfruttata anche nei dolci e nei lievitati in varie ricette anglosassoni e balcaniche. Sfruttando la freschezza delle bacche frantumate si possono creare interessanti abbinamenti con verdure e formaggi. Le foglie, invece, emanano sentori più pungenti e leggermente piccanti, che possono esaltare carne e pesce alla griglia.

Tutte le parti della pianta contengono buone dosi di minerali (in particolare ferro, calcio, potassio) e di vitamina C e rappresentano un valido aiuto per la digestione; l’olio essenziale è utilizzato in profumeria, data la sua fragranza fresca e molto caratteristica. In cosmetica se ne sfrutta anche il fiore, disposto in infiorescenze ampie e circolari a ombrello, per produrre saponi e creme.