Senti chi (non) parla
Premiaty > MONDO JUNIORMolto frequente nell’età evolutiva, il ritardo nel linguaggio è da monitorare senza, però, allarmismi
Il ritardo del linguaggio indica un insieme di difficoltà specifiche che compromettono la capacità linguistica del bambino. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, rappresenta solo una fase transitoria che si risolve nel giro di poco tempo, con gli opportuni accorgimenti.
Le fasi di sviluppo del linguaggio
In condizioni normali, un bambino attraversa sei fasi:
- Lallazione. Il bambino a circa 6 mesi comincia a produrre suoni ripetitivi di vocali e di consonanti.
- Comunicazione verbale intenzionale. Verso i 9-12 mesi cresce la capacità di interagire con le altre persone; il piccolo cerca di comunicare le sue richieste o i suoi bisogni e pronuncia per la prima volta anche le parole “mamma” e “papà”.
- Comunicazione gestuale. Verso il compimento del primo anno di vita, il bambino capisce che può comunicare anche attraverso la mimica; i suoi gesti più frequenti sono i baci mandati ai familiari, il gesto di salutare con la mano o indicare gli oggetti.
- Prime parole. A partire dai 12 mesi, il bambino esprime le sue prime parole e il suo vocabolario diventa più ricco, come la sua capacità espressiva.
- Ampliamento del vocabolario. Dai 12 ai 24 mesi, il piccolo è in grado di conoscere dalle 20 alle 50 parole, fino ad arrivare a circa un centinaio di nuovi termini, che apprende grazie agli scambi relazionali.
- Capacità di formare frasi complete. Dai 24 ai 36 mesi, il bambino riesce ad articolare delle frasi di senso compiuto chiare e comprensibili; il lessico si arricchisce e scompaiono le parole onomatopeiche.
Dunque quali sono i campanelli d’allarme per riconoscere un ritardo nello sviluppo del linguaggio?
- Assenza della lallazione.
- Scarsa comunicazione gestuale.
- Difficoltà nella capacità di comprendere il linguaggio, oltre che a parlare.
- Lessico scarso e conoscenza di un numero inferiore a 15 parole intorno ai 18 mesi e di 50 parole intorno ai 24 mesi.
- Scarsa capacità di formulare frasi complete e di esprimersi in modo chiaro. I genitori si possono accorgere che c’è un ritardo relativo al linguaggio dalla difficoltà da parte del bambino a chiamarli mamma e papà o a rapportarsi con i coetanei. Quando ci troviamo di fronte a situazioni di ritardo del linguaggio preoccupanti, una prima figura di riferimento può essere il logopedista.
Logopedisti: validi specialisti a cui rivolgersi
La logopedia permette ai genitori di avere delle soluzioni personalizzate per aiutare il proprio figlio, non soltanto con tecniche rivolte all’espressione del linguaggio, ma anche con attività di tipo manuale come ad esempio le cosiddette attività “bimanuali”, nelle quali il bambino viene stimolato a utilizzare entrambe le mani, con attività quali tagliare un foglio con delle forbici oppure svitare il tappo di una bottiglia. La collaborazione dei genitori, in tal senso, è fondamentale per aiutare il piccolo a sviluppare al meglio le sue forme espressive e comunicative.