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Naturale: i falsi miti più diffusi

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Non tutto ciò che è naturale è benefico: abbiamo raccolto qualche super bufala legata agli alimenti naturali, ma ce sono sono a centinaia ed è bene informarsi per non commettere errori

Sono molte le bufale collegate al benessere, dal burro da spalmare sulle scottature, alla papaya come elisir di giovinezza, dall’acqua del rubinetto che farebbe venire i calcoli, alle patate che diventerebbero tossiche dopo la cottura. L’Istituto Superiore di Sanità è sceso in campo dedicando, sul suo sito web istituzionale, una sezione ad hoc per smascherare tutte queste fake news.

Su scottature e ustioni non va messo il burro

Questo luogo comune non ha alcun fondamento scientifico, anzi, se nell’immediato dona sollievo, con il passare delle ore può diventare dannoso.
La pelle bruciata, infatti, ha bisogno di essere raffreddata e protetta dalle infezioni. Burro e olio non svolgono queste azioni: i grassi che contengono, al contrario, intrappolano il calore e fanno sì che continui a danneggiare i tessuti sottostanti. Inoltre possono facilitare il passaggio di microrganismi che causano infezioni.
In caso di ustione, il primo soccorso consiste nel raffreddare la zona colpita con acqua corrente fredda per almeno 10 minuti. Per le parti del corpo che non possono essere immerse nell’acqua, si possono effettuare degli impacchi freddi utilizzando un panno pulitissimo imbevuto di acqua. Subito dopo occorre rivolgersi a un medico.

La papaya fermentata non è un elisir di lunga vita

A oggi non esistono studi dai quali emerga l’efficacia antiossidante e anti-invecchiamento degli integratori a base di papaya fermentata.
Una falsa credenza attribuisce a questo frutto un ruolo importante nella lotta ai radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare, e il prodotto sarebbe anche un toccasana per la perdita di peso, per i problemi di digestione, per gli stati di affaticamento, per l’abbassamento delle difese immunitarie e per la cura di alcune malattie neurodegenerative. In realtà la papaya è sì ricca di sostanze antiossidanti, cioè utili per difendere l’organismo dall’azione dannosa dei radicali liberi, tuttavia questa è una caratteristica di tutta la frutta e la verdura. Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino effetti particolari della papaya.

Mangiare cibi senza glutine non è più salutare

Si sta diffondendo la moda della dieta senza glutine, anche tra coloro che non soffrono di celiachia perché sarebbe più salutare e aiuterebbe a perdere peso e a migliorare lo stato di salute. In realtà non è così: per un celiaco una dieta priva di glutine è fondamentale, al contrario, in assenza di una diagnosi medica di celiachia, privarsi di cibi contenenti glutine non è consigliato. Eliminare cereali come il frumento, l’orzo e il farro dalla propria dieta significa privarsi delle principali fonti di carboidrati complessi, dei minerali, delle vitamine, delle proteine e soprattutto delle fibre alimentari in essi contenuti, con inevitabili squilibri nutrizionali.

Gli spinaci non contengono tanto ferro

Gli spinaci non sono una buona fonte di ferro per l’organismo perché gran parte del quantitativo che contengono è inutilizzabile, in quanto presente insieme a sostanze che ne inibiscono l’assorbimento nell’intestino, anche se tali sostanze possono essere inattivate con la cottura. Gli spinaci, comunque, rappresentano una buona fonte di vitamine, acido folico e cellulosa. Per assimilare più ferro ricordiamoci di associare sempre l’alimento alla vitamina C; più in generale, gli alimenti acidificanti, come il limone, ne migliorano comunque l’assorbimento.

L’acqua del rubinetto non fa venire i calcoli renali

L’acqua del rubinetto, così come quella a elevato residuo fisso – cioè ricca di sali di calcio e magnesio – non favorisce la formazione di calcoli renali. Al contrario, è stato dimostrato che anche le acque minerali ricche di calcio sono utili nella prevenzione della calcolosi renale; viceversa, una dieta povera di calcio può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia. Per prevenire i calcoli renali ciò che conta di più sono i liquidi che si assumono nell’arco della giornata, la cui quantità deve consentire una corretta diluizione delle urine.

Le patate non diventano tossiche qualche ora dopo la cottura

Le patate non devono essere consumate per forza appena cotte perché dopo potrebbero diventare tossiche. A volte dopo la cottura possono scurirsi, ma il colore non è dovuto a un principio di tossicità bensì a una naturale reazione chimica di ossidazione, durante la quale il ferro contenuto nelle patate reagisce con l’acido clorogenico, una sostanza fenolica che difende questo tubero da microrganismi dannosi. Quindi, anche se si scuriscono, il sapore o il valore nutrizionale non cambiano.