L’amore non basta
Premiaty > MONDO DONNALe relazioni possono finire e causare dolore, ma è possibile fare qualcosa prima che sia troppo tardi?
La fine di un rapporto affettivo in una coppia, in cui persone che dopo tanti anni trascorsi insieme decidono di separarsi, crea sempre dispiacere fra amici, conoscenti e familiari, ma anche incredulità in chi riceve la notizia: “è davvero incredibile, si amavano così tanto!” Quando parliamo di rapporti affettivi rischiamo di dimenticarci una verità banale, ma decisamente molto importante: cioè che si tratta semplicemente di “relazioni”, simili a quelle che costruiamo nella nostra vita quotidiana, e dunque poggiano sulle medesime variabili. La sola differenza consiste nel fatto che, essendo queste relazioni così emotivamente connotate, l’equilibrio delle variabili è molto fragile e può rompersi con estrema facilità.
Il peso delle aspettative
Tutti i nostri comportamenti sono rigidamente dipendenti da aspettative che ci costruiamo nel tempo, che riguardano noi stessi e le persone intorno a noi. Nella fase dell’infatuazione tendiamo a costruire un’immagine irreale dell’altro, un’immagine perfetta, in cui anche i difetti ci appaiono pregi. Nelle coppie, normalmente, questa immagine si modifica nel tempo e la conoscenza reciproca permette a entrambi i partner di strutturare delle aspettative che risultino più aderenti alla realtà. Tuttavia in alcune relazioni accade che l’immagine costruita nella fase dell’innamoramento rimanga inflessibile e immutabile nel tempo, costituendo una sorta di riferimento in base al quale confrontare e giudicare la persona amata. Essa, dunque, fa sì che vengano strutturate delle rigide aspettative nei confronti del partner che non tengono conto né dei suoi desideri, né dei suoi cambiamenti; queste attese possono essere viste come regole implicite, dei “patti” che non possono essere rotti senza provocare sentimenti di tradimento e di abbandono. Quando l’uno si accorge che l’altro è cambiato, che è differente dall’immagine ideale che si era creato – e che dunque le sue aspettative vengono costantemente disattese – ecco che inizia il circolo vizioso della punizione e del rancore.
Pluralità di “mondi”
Un altro aspetto che spesso dimentichiamo quando viviamo una relazione, è che non esiste una sola realtà condivisa, ma molte realtà diverse, che ognuno dei partner costruisce partendo dalla propria esperienza di vita. In effetti, ognuno di noi conferisce uno specifico significato alle situazioni che affronta quotidianamente, e pensa che esso sia il più logico ed evidente possibile. Questo è spesso un elemento di forte contrasto nella vita di coppia. La convinzione che il proprio punto di vista sia l’unico possibile – e certamente così logico da non poter risultare incomprensibile o invisibile all’altro – porta spesso a vedere malevolenza nel comportamento del partner. E la malevolenza non può che scatenare rabbia, rancore, odio, in un circolo vizioso dal quale è spesso molto difficile uscire senza un aiuto professionale.
L’aiuto di un professionista
La terapia di coppia è, a tutt’oggi, ancora poco conosciuta. Se risulta molto difficile accedere alle terapie individuali, per paura o per eccessiva fiducia nelle proprie capacità di gestione dei problemi, questo è ancora più vero quando si tratta di affrontare i problemi relazionali della coppia. L’idea di poter affrontare tutto da soli, di non dover cedere alla richiesta di aiuto per poter evitare il fallimento del rapporto, di essere “abbastanza innamorati” da poter risolvere la situazione da soli, è spesso la causa principale del definitivo sfaldamento della coppia. Il percorso di terapia permette, prima di tutto, di sgombrare il campo dalla ricerca di una vittima e di un colpevole: è importante, infatti, che i partner siano consapevoli del fatto che entrambi sono stati responsabili della situazione che stanno vivendo e che lo saranno anche dei possibili cambiamenti futuri. Spesso, invece, invischiati nel circolo vizioso della colpa e del biasimo, utilizzano tutte le loro energie per punire le proprie reciproche manchevolezze, senza fare davvero nulla per ricostruire la relazione. Il terapeuta, inoltre, rappresenta l’occasione di ricordare a entrambi i partner che tutto il dolore, la rabbia e la frustrazione che hanno vissuto dipendono primariamente da incomprensioni e da interpretazioni distorte del comportamento dell’altro. Tali incomprensioni non sono semplici errori di giudizio, oppure conseguenze di un atteggiamento di ostilità, ma piuttosto veri e propri processi “attivi”, che come tali possono essere identificati, modificati e superati, in un processo di ridefinizione della relazione stessa.