La felicità nelle relazioni
Premiaty > MONDO DONNAQual è il segreto di un rapporto affettivo soddisfacente? Questa è una domanda fra le più ricorrenti che uno specialista (e non solo) si può sentire rivolgere, ma alla quale è sempre difficile dare una risposta convincente
Non esistono risposte univoche agli interrogativi che riguardano una sfera tanto intima e personale come quella dei rapporti di coppia, poiché vi sono troppe variabili di cui tenere conto, alcune delle quali non assoggettabili al nostro controllo.
Comunicazione e parola
La maggior parte degli esperti, tuttavia, spesso se la cava offrendo una soluzione valida per tutte le situazioni: la comunicazione. In effetti, se ci pensiamo, non può esistere alcuna relazione senza di essa. Essere in grado di comunicare quello che desideriamo, quello che pensiamo o quello che proviamo all’altro è una presupposto indispensabile per la costruzione e il mantenimento di un rapporto significativo.
Eppure, per quanto questo concetto possa sembrare a tutti ragionevole, esso non sembra bastare in numerose situazioni. Molti anni fa, in un contesto culturale e sociale nel quale era molto raro il confronto tra i partner, sostanziare una “buona” forma di comunicazione era una condizione sufficiente affinchè l’amore bastasse a sé stesso. Ma oggi, in un momento storico e culturale nel quale la parola pare essere utilizzata fin troppo abbondantemente, questo strumento rischia di perdere efficacia, soprattutto se privato delle sue prerogative più importanti. È questo il punto davvero decisivo: non tanto se e quanto comunicare, bensì cosa comunicare.
Certo, è possibile tenere in piedi una relazione anche solo confrontandosi su aspetti di vita quotidiana, comunicando all’altro desideri e bisogni nel modo più diretto e aperto possibile. Ma questo non può prescindere dalla conoscenza di sé stessi e, soprattutto, dalla consapevolezza di quali siano i propri reali bisogni e desideri, quali siano le proprie vulnerabilità e come l’altro possa aiutare ad affrontarle.
Sapersi accogliere
Al di là delle svariate forme che la comunicazione può assumere negli anni e nelle relazioni, vi è un aspetto centrale che sostanzia la felicità all’interno dei rapporti stessi: la percezione di essere accolti dall’altro in maniera totale. L’accoglienza è uno dei bisogni universali degli esseri umani, un elemento decisivo per la crescita emotiva e psichica di ogni persona. Vivendo sin dalla tenera età in relazioni sovente basate su aspettative e giudizi, questo bisogno è spesso insoddisfatto, con il rischio di crescere convinti che in futurosarà sempre così.
L’accoglienza è al contempo strumento e obiettivo: la capacità di accogliere l’altro per quello che è – per il suo intrinseco valore individuale, permettendogli di essere se stesso, senza maschere o infingimenti – è la chiave di volta di una relazione realmente soddisfacente.
Spesso le persone si sentono attrarre da due forze opposte con pari intensità: da un lato c’è il desiderio di una relazione stabile e significativa nella quale sentirsi amati e rassicurati, mentre dall’altro sta il desiderio di mantenere la propria libertà e di poter poter essere chi si vuole senza timore di giudizi o punizioni. A una attenta analisi questi due desideri non sono in contraddizione, anzi, spiegano il significato profondo dell’accoglienza: sentirsi compresi, ascoltati, protetti, proprio per quello che si è; sentire con chiarezza che non vi è alcun bisogno di maschere per percepire la vicinanza dell’altro, che si può essere fragili senza essere giudicati, che si può essere amati senza dover rispondere ad alcuna aspettativa prestazionale. Una relazione felice si basa sulla consapevolezza che l’amore è un dono e come tale non si può “meritare”, ma soltanto regalare (e accettare).