Premiaty > MONDO DONNA Marzo 2020

Il pensiero si fa ossessione

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Un problema estremamente differenziato e complesso, che può sorgere e svilupparsi a partire dalla colpa e sfociare in una serie di compulsioni fuori dal nostro controllo


Le ossessioni descrivono pensieri, impulsi e immagini mentali che si presentano insistentemente alla coscienza dell’individuo senza un’adeguata e apparente motivazione. A differenza dei pensieri automatici negativi e delle preoccupazioni, le ossessioni sono pensieri di durata generalmente più breve (soprattutto rispetto alle preoccupazioni) e aventi la caratteristica dell’egodistonia: in altri termini i contenuti ossessivi sono elementi cognitivi che vengono vissuti come estranei al concetto di sé, intrusivi e alieni al soggetto, dunque capaci di causare un profondo disagio emotivo. Classici e frequenti casi di ossessione sono, per esempio, una madre che pensa di colpire il proprio bambino con un coltello – anche se non ha l’intenzione né il desiderio di farlo – oppure una persona che guidando la propria automobile pensa di poter investire un ciclista pur non avendo intenzionalità di attuarlo; oppure una persona particolarmente religiosa che può avere insistenti e intrusivi pensieri blasfemi.

Alcune tipologie di ossessioni

Le ossessioni possono essere di diversa natura, tra le più frequenti possiamo trovare:

  • Ossessioni che si riferiscono alla paura del contagio a seguito, per esempio, del contatto fisico con oggetti potenzialmente contaminati e pericolosi.
  • Ossessioni che si riferiscono al dubbio e all’incertezza dell’aver compiuto alcune azioni: “avrò spento il gas?”, “avrò chiuso la porta di casa?”, “forse ho investito qualcuno senza rendermene conto?”
  • Ossessioni che riguardano impulsi etero-aggressivi e auto-aggressivi: “potrei perdere il controllo e assalire qualcuno (anche se non voglio farlo)”; “potrei gettarmi da una finestra”.
  • Ossessioni superstiziose: pensieri o immagini riguardo a gravi situazioni ed eventi che potrebbero accadere a sé e ad altri.
  • Ossessioni omosessuali, eterosessuali e pornografiche: idee o immagini ricorrenti a sfondo sessuale e pornografico, oppure sotto forma di dubbio riguardo la propria identità sessuale.
  • Ossessioni che si riferiscono al peso, alla forma fisica e al cibo.
  • Ossessioni religiose e blasfeme,come immagini mentali e pensieri dal contenuto blasfemo. Esempi di ossessione di tipo religioso potrebbero essere pensare che i peccati commessi non saranno mai perdonati da Dio e si andrà all’inferno, non si possono avere cattivi pensieri e bestemmiare in un luogo religioso, avere la convinzione di aver perso il contatto con Dio.
  • Ossessioni riguardo le relazioni sentimentali: si manifestano attraverso dubbi ossessivi e preoccupazioni riguardo le relazioni affettive. Tali ossessioni possono assumere la forma di pensieri del tipo “È la persona giusta per me?”

Le compulsioni

La tipica risposta alle ossessioni sono le cosiddette compulsioni. Si tratta di azioni ripetitive, spesso ritualizzate, a carattere esplicito oppure implicito. Le compulsioni a carattere esplicito sono azioni motorie osservabili, come controllare ripetutamente di avere chiuso la porta di casa, lavarsi più volte le mani, sistemare e allineare continuamente degli oggetti… Le compulsioni a carattere implicito sono invece “azioni mentali” come pregare, contare mentalmente o ripetere continuamente alcune parole. La funzione di tali comportamenti è quella di ridurre l’ansia e il disagio correlati ai contenuti ossessivi, e proprio per questo tendono a essere fortemente rinforzati e mantenuti nel tempo.

All’origine delle ossessioni

Alla base delle ossessioni vi è il fenomeno della “fusione pensiero-azione”, il principio illogico secondo il quale nella mente del soggetto avere un pensiero circa una determinata azione equivale al realizzare l’azione stessa. Il solo “pensare di avere fatto” equivale ad “avere fatto”, senza lasciare margini all’intenzionalità e alla reale ed effettiva esecuzione dell’azione e del comportamento. Secondo alcuni modelli cognitivi, alla radice del cosiddetto “disturbo ossessivo compulsivo” c’è un particolare tipo di colpa, quella deontologica (o anche definita colpa morale), correlata alla trasgressione di norme “etiche” e alle conseguenze catastrofiche che ne potrebbero derivare. Varie ricerche hanno dimostrato che il timore della colpa e l’elevato senso di responsabilità predicono la tendenza ad avere pensieri ossessivi e le conseguenti compulsioni (Rachman et al., 1995; Rhéaume et al., 1995).