Guida pratica ai fertilizzanti per le nostre piante
Premiaty > RicettaLa primavera e l’estate sono le stagioni migliori per fertilizzare le nostre piante, vale a dire somministrare quelle sostanze nutritive che miglioreranno la crescita, la bellezza delle foglie e contribuiranno a una maggiore produzione di fiori e frutti
Innanzitutto dobbiamo partire dal presupposto che le piante in vaso vivono in una piccola quantità di terreno e che non possono allungare le radici oltre lo spazio del contenitore per cercare sostanze nutritive che servono, insieme agli zuccheri che si producono con la fotosintesi. Per questo è importantissimo apportare nutrimento attraverso le concimazioni.
Le piante hanno bisogno di macroelementi (azoto, fosforo, potassio e magnesio) e microelementi in piccole quantità, come ferro, manganese, rame, zinco e boro. L’azoto (simbolo chimico: N) agisce sullo sviluppo di fusti e foglie, il fosforo (P) favorisce le radici e la resistenza alle avversità climatiche, mentre il potassio (K) stimola la produzione di frutti e fiori. Detto ciò, si intuisce facilmente che le piante verdi a foglia larga (Colocasia, Philodendron, Anthurium) richiedono fertilizzanti con più azoto, mentre le cactacee per fiorire hanno bisogno di più potassio in proporzione, rispetto al fosforo e all’azoto. La seconda grande suddivisione dei concimi è tra quelli organici (di origine naturale) e quelli inorganici (in pallini solubili), che hanno un effetto più veloce rispetto a quelli naturali, ma sono più difficili da gestire, specie per le quantità nei vasi: se si eccede nel dosaggio si rischia di compromettere le piante. Meglio usarli in giardino o nell’orto in piena terra. Per ovviare a questo rischio sono stati formulati concimi a lenta cessione (inorganici) che rilasciano le sostanze nutritive lentamente e che durano per tutta la stagione vegetativa.
Una preferenza personale è quella per i concimi organici liquidi, che hanno il vantaggio di agire più lentamente, seguono i tempi della natura e si trovano sul mercato con formulazioni specifiche per le varie tipologie: piante succulente, orchidee, piante da interno con microelementi (ad esempio il “sangue di bue”). Quando scegliamo un fertilizzante ricordiamo di tenere conto delle esigenze specifiche delle nostre piante; se abbiamo delle acidofile (ortensie, camelie, rododendro), può capitare di osservare delle venature nelle foglie che restano verdi mentre le zone interne ingialliscono: ciò significa che c’è una carenza di ferro e bisogna concimare con sequestrene. Per far rifiorire i cactus è davvero importante somministrare un fertilizzante con una buona proporzione di potassio nei macroelementi (per esempio NPK 15-15-30). Per i limoni il migliore resta il fertilizzante organico a base di lupini macinati, da interrare a inizio primavera. Il concime naturale a più alto contenuto di azoto, ideale per le rose, va interrato durante l’inverno e basterà per tutta la bella stagione.