Dry garden, creiamolo insieme
Premiaty > BALCONE E GIARDINOLe temperature miti in inverno e le estati lunghe e caldissime stanno cambiando l’approccio al giardinaggio, dando spazio a nuove tecniche che fanno risparmiare sulle annaffiature. Ecco che un giardino secco permette di ottimizzare non solo l’acqua, ma anche tempo ed energie
Spesso in giardino l’aridità è percepita come un limite, che impedisce la coltivazione e la possibilità di avere uno spazio verde rigoglioso e ricco di fioriture, ma scegliendo le piante giuste e con specifiche tecniche colturali possiamo creare un giardino senza irrigazione, chiamato anche giardino secco – o “dry garden” –, che ci fa risparmiare anche tempo ed energie. Chiaramente il giardinaggio senza irrigazione richiede un cambio di prospettiva, alcuni compromessi e rinunce, con un approccio nuovo.
Da dove si comincia?
Il periodo migliore dell’anno per realizzare il nostro giardino senza irrigazione è l’autunno, partendo dalla preparazione delle aiuole, che devono avere un ottimo drenaggio; si organizzano mescolando al terreno uno strato di sabbia di fiume a grana grossa. Non dimentichiamo che le piante tipiche degli ambienti aridi crescono per lo più in suoli poveri, ciottolosi e drenanti, dove la scarsità d’acqua non fa certo paura; al contrario, temono i terreni compatti, pesanti e asfittici, in cui l’acqua ristagna nel periodo delle piogge. Le piante adatte all’aridità crescono nel periodo fra l’autunno e l’inverno e in primavera, per poi entrare in una fase di riposo durante l’estate. Una messa a dimora a regola d’arte prevede la creazione di una buca larga e profonda per accogliere le piante senza rovinare le loro radici.
Acqua? Sì, ma ben dosata
Non si mette nella buca nessun tipo di concime ed è importantissimo creare intorno al colletto una fossetta per raccogliere l’acqua delle irrigazioni che avvengono durante il primo anno, quando le piante chiedono più cure. Il primo anno si annaffiano con molta parsimonia per spingerle ad affondare le radici in profondità. Per capire quando è ora d’irrigare occorre osservarle con attenzione: se notiamo l’appassimento o la parziale caduta delle foglie, è bene aspettare ancora qualche giorno e poi irrigare.
Un consiglio importante è la creazione della pacciamatura (alla base delle piante), che consiste nel coprire il terreno con materiali naturali (per esempio il cippato di legno secco o la corteccia frantumata) che limitino l’evaporazione dell’acqua somministrata.
Le essenze più adatte al nostro giardino
Quando è il momento di scegliere le piante migliori per il dry garden possiamo prendere spunto dalla natura che circonda il nostro angolo verde. Un piccolo segreto è osservare i giardini e i parchi della zona, concentrandoci su quelli un po’ datati e trascurati: se ci pensate, sono un ricco serbatoio di specie e varietà ornamentali capaci di sopravvivere senza alcun aiuto da parte nostra! Tra le piante si possono elencare la Bergenia, il Sedum, la Stachys, la valeriana rossa, la Nigella damascena, l’Euphorbia characias, la salvia russa (Perovskia atriplicifolia), la santolina, l’Eremophila nivea, la Diascia cordata, la Lantana camara e le graminacee, che offrono una scelta incredibile di forme e colori. Perfetta per i giardini secchi al Sud, e caratterizzata da una lenta crescita, è la Chamaerops humilis, la palma di San Pietro.