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Viaggio nella terra degli Etruschi

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La Tuscia Viterbese è perfetta per una gita autunnale. Qui, tra borghi scolpiti nel tufo, vestigia di popoli misteriosi, mostri di pietra e labirinti sotterranei, meraviglia e mistero vanno a braccetto

“Ma gli etruschi costruivano tutto in legno, le case, i templi […]. Così le città etrusche sono completamente svanite, come fiori: solo le tombe, i bulbi, hanno resistito sottoterra”. La citazione da Etruscan Places di D. H. Lawrence è d’obbligo quando si decide di intraprendere questo cammino. Una passeggiata fatta di assenze – l’assenza delle città, per l’appunto, di case e templi – ma allo stesso tempo di una presenza fortissima: quella di un popolo ancora oggi misterioso che abitò quel lembo di Italia compreso, per definizione, tra l’Arno e il Tevere.Ieri era Etruria. Oggi è Tuscia. In particolare, quella Viterbese, terra di boschi, laghi vulcanici, necropoli, borghi incisi nella precarietà del tufo. E di gioielli urbanistici, proprio come Viterbo, “la città dei Papi” perché antica sede pontificia, con il bel quartiere di San Pellegrino che concentra in sé tutta la magnificenza del suo passato. Da non perdere la Rocca Albornoz con il Museo Nazionale Etrusco, alcune suggestive chiese come quelle di San Francesco, San Sisto, San Giovanni in Zoccoli e del Gesù, la Chiesa di Santa Maria della Verità con la Cappella Mazzatosta e il Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, dedicato alla più nota tradizione viterbese, la Festa di Santa Rosa che si tiene nel mese di settembre.

Un concentrato di meraviglie

Ma il vero viaggio è appena iniziato. Salutata Viterbo, infatti, quella che ci si apre davanti è una terra incredibile che ospita, in una manciata di chilometri, sorprese di ogni tipo. C’è Civita di Bagnoregio, “la città che muore” perché costruita su uno sperone di tufo che sta lentamente cedendo, abitata da una manciata di persone e collegata al resto del mondo da un ponte teso sul terreno franato. Fondamenta insolite anche quelle di Vitorchiano, costruita su enormi massi di pietra lavica disposti uno accanto all’altro che emergono dalla vegetazione. Raggiungiamo quindi Bomarzo e prepariamoci a entrare in un’altra dimensione. Le due principali attrazioni, infatti, sono una piramide etrusca che sorge in mezzo al nulla, e il Parco dei Mostri. La prima emerge imponente nel verde di un bosco: possibile altare sacrificale, trasmette benissimo la sensazione di magia e spiritualità che ne hanno segnato la storia; il secondo è un parco cinquecentesco dove enormi figure mostruose scolpite nella roccia accompagnano il visitatore lungo un percorso iniziatico. A Orte, invece, l’attrazione principale è sotterranea: il tufo sul quale sorge, infatti, è completamente scavato da una rete di cunicoli e grotte che riproducono una vera e propria città sotto la città. C’è poi Civita Castellana, il cui territorio è segnato da profonde forre: canyon di origine vulcanica diffusi in tutta la Tuscia e spesso scavati a ospitare necropoli. Quelle che troviamo qui però non sono etrusche ma falisce, cioè dei Falisci, popolo coevo agli Etruschi. Gli amanti del trekking percorreranno volentieri la Via Amerina, antico sentiero romano perfettamente conservato che proprio dei Falisci attraversa il territorio. Le testimonianze etrusche abbondano invece nelle zone di Tuscania e Tarquinia. Senza nulla togliere ai deliziosi centri storici di queste località, a richiamare l’attenzione sono le loro necropoli: a Tuscania si fanno notare la Tomba della Regina e la necropoli della Castelluzza, con le sue tombe rupestri; a Tarquinia la Necropoli dei Monterozzi, le cui tombe conservano una straordinaria e unica serie di dipinti.

Tesori infiniti

Ma il viaggio non finisce qui. Prosegue, per esempio, a Vignanello, con il rinascimentale Castello Ruspoli, o a Caprarola, con Villa Farnese, dei quali visitare i saloni e i bei giardini all’italiana. Per una passeggiata nella natura autunnale ci addentriamo nella Valle Suppentonia, presso Castel Sant’Elia, dove pareti a strapiombo e una fitta boscaglia regalano uno scenario coinvolgente e ospitano varie tombe etrusche. Da vedere il Santuario di Maria Santissima ad Rupes, per raggiungere il quale si scendono 144 gradini scavati nella roccia dall’eremita Rodio a fine ’700, e la Basilica di Sant’Elia. Il tufo, che disegna tutto il territorio, è protagonista anche delle ultime due tappe di questo tour, Sutri e Calcata. La prima – che pare sia stata fondata dal dio Saturno, ma anche luogo di nascita del paladino Orlando – ospita un bell’Anfiteatro Romano e varie meraviglie come la Chiesa della Madonna del Parto, sorta su un tempio dedicato al dio Mitra scavato nel tufo. La seconda, Calcata – che la leggenda vuole sede, ieri come oggi, di maghi e riti esoterici –, si staglia su uno sperone di roccia e stupisce con la sua sola esistenza: niente monumenti né palazzi nobiliari, ma tutta vicoli stretti e arcate oscure, attraversando i quali si arriva inesorabilmente ad affacciarsi sul precipizio che cinge quasi per intero l’abitato. Un panorama da brividi che riassume il senso stesso di questo viaggio nella Tuscia Viterbese

 

10 cose da fare in Tuscia in una settimana

  1. Godersi il tramonto lungo le sponde del lago di Vico
  2. Vivere un momento di spiritualità nel miracoloso Santo Sepolcro di Acquapendente 
  3. Immergersi nel mistero delle catacombe di Santa Savinilla a Nepi
  4. Scoprire tutti gli “inquilini” del Campanile Animato di Bassano in Teverina
  5. Visitare il Museo del Costume Farnesiano all’interno di Palazzo Farnese a Gradoli
  6. Sentirsi dentro una fiaba tra le sale del Castello di Torre Alfina
  7. Scoprire la leggenda di Johannes Defuk e del celebre Est! Est!! Est!!! a Montefiascone
  8. Raggiungere il paese fantasma di Celleno, tra i più belli d’Italia
  9. Organizzare un itinerario di degustazioni lungo la Strada del Vino della Teverina
  10. Passeggiare tra le siepi dell’elegante giardino di Villa Lante a Bagnaia

Info utili

In aereo Gli aeroporti più vicini a Viterbo sono Fiumicino (96,2 km) e Ciampino (117,4 km).

In auto È la scelta più comoda per raggiungere Viterbo e muoversi nel suo territorio. Se si arriva in autostrada, sia da nord sia da sud, è consigliato uscire a Orte, servita dalla SS675: da lì in 20 minuti si raggiunge Viterbo. In città l’area di maggior interesse turistico coincide con la ZTL: se avete prenotato un alloggio in centro, informatevi presso la struttura come potervi arrivare in auto.

In treno Viterbo è dotata di due stazioni ferroviarie, da entrambe si raggiunge il centro storico a piedi: la stazione di Porta Romana, lungo la ferrovia Roma-Capranica-Viterbo, e quella di Porta Fiorentina, capolinea della stessa tratta e snodo della Viterbo-Attigliano-Orte. In bus Il territorio è coperto dai pullman della compagnia Cotral (www.cotralspa.it)