Leishmaniosi, la nemica dei cani
Premiaty > MONDO PETÈ la malattia a cui i nostri cani sono più vulnerabili in estate. Prevenzione e vaccino sono le nostre armi
La leishmaniosi, causata da un protozoo chiamato Leishmania infantum, può colpire l’uomo e il cane, che ne è la principale vittima. Per completare il ciclo vitale, questo parassita ha bisogno anche di un insetto vettore chiamato flebotomo o pappatacio, una sorta di piccola zanzara le cui femmine si nutrono di sangue. Gli esemplari più vulnerabili sono i cani a pelo corto, che vengono più facilmente colpiti nelle zone meno ricoperte di pelo. Dorso del naso, padiglioni auricolari, spazi interdigitali, ascelle e interno cosce, punti dall’insetto infetto, diventano i luoghi attraverso cui la proboscide trasferisce i promastigoti (le forme immature del protozoo) all’animale.
Cosa fare?
Fortunatamente, non tutti i cani punti da un flebotomo infetto sviluppano la malattia: la maggior parte di essi viene protetta dal sistema immunitario, che reagisce al tentativo di “invasione” attraverso l’immunità cellulo-mediata. Se ciò non avviene, però, il cane affetto da leishmaniosi dovrà essere monitorato periodicamente per tutta la vita e seguire cicli di terapie. Sarà il veterinario di fiducia a scegliere il prodotto più adatto da somministrare, tra i diversi presenti in commercio. Inoltre, non tutti gli esemplari manifestano la malattia con la stessa gravità: si va da una dermatite lieve a gravi danni renali. La diagnosi di certezza prevede esami del sangue accurati, test diagnostici specifici e, talvolta, una biopsia cutanea della lesione dermatologica sospetta.
Il vaccino
Da qualche anno è in commercio un vaccino specifico che aumenta la protezione, indirizzando il sistema immunitario verso la strada giusta. Il programma vaccinale, tuttavia, è piuttosto impegnativo, e si può iniziare solo in cani che abbiano già compiuto i sei mesi di età. Prevede innanzitutto un prelievo di sangue e un test per escludere che sia già avvenuta l’infezione. Se l’esame risulta negativo, si somministra una prima dose di vaccino, seguita dopo 3 settimane dalla seconda dose e dopo altre 3 settimane dalla terza. L’immunità è completa dopo 10 settimane dall’inizio del programma, per cui è consigliato iniziare nel mese di marzo per arrivare al picco di protezione a partire da giugno, quando, cioè, compaiono i pappataci. La lotta alla leishmaniosi prevede un lavoro di squadra, poiché nessun vaccino protegge al 100%: per questo motivo la somministrazione di repellenti è consigliata in ogni caso.
La prevenzione
Nel caso della leishmaniosi la prevenzione è fondamentale: i prodotti repellenti sono il primo, indispensabile strumento. Facilmente reperibili, sono molto funzionali, ma non tutti sono registrati contro i flebotomi. Per questo sono utili ulteriori accorgimenti, come quello di far dormire gli animali in casa e non all’aperto, poiché i flebotomi sono particolarmente attivi durante il crepuscolo e la notte. Un aiuto ci viene offerto dalle zanzariere e dagli ambienti sempre ben ventilati: in questo caso le pale appese al soffitto possono essere sufficienti, perché lo spostamento d’aria impedisce agli insetti, molto piccoli e leggeri, di posarsi sulla cute.