Crostini con formaggio fresco, cetrioli, ravanelli, erbette e fiori
1 filoncino di pane
300g di robiola latte 100% italiano
erbe aromatiche miste (timo, basilico, menta, maggiorana)
1 cetriolo
1 mazzetto di ravanelli
olio extra vergine di oliva 100% italiano
viole
fiori eduli misti
sale iodato marino fino
pepe rosa
Procedimento
- In una ciotola lavorate a crema la robiola con un po’ di olio, sale, pepe e le erbe aromatiche tritate. Tagliate il cetriolo e i ravanelli a fettine.
- Affettate il pane e tostatelo per qualche minuto in forno. Spalmate i crostini con la crema e completate con le fettine di ravanello, cetriolo, le viole e i fiori misti.
Vino consigliato
Informale e di moderato tasso alcolico, il Prosecco si adatta a qualunque occasione, dall’aperitivo al dessert, a seconda della tipologia. È uno dei simboli enologici nazionali e viene prodotto nel Nord-Est, in un’area che spazia dal Veneto al Friuli Venezia-Giulia. Dal 2009 il termine “Prosecco” non indica più una varietà di uva, ma un nome geografico (che deriva da Prosek, località vicino a Trieste) che può essere utilizzato solo dai produttori che operano all’interno delle aree autorizzate. “Glera” è invece il nome con cui si indica l’uva principale per la produzione di questi vini. Il Prosecco D.O.C. dà il meglio entro un anno dalla vendemmia, periodo in cui riesce a esprimere il proprio tipico aroma floreale di glicine e acacia. Adatto ad antipasti leggeri o a piatti di pesce delicati, servito a 7-8 gradi in calici a tulipano non troppo ampi (da evitare l’ormai vestusta flute) trova felice accompagnamento con i crostini alla robiola. Oltre a una piacevole comunanza di aromi floreali, la cremosità del formaggio fresco si sposa armoniosamente con la setosa morbidezza del vino, mentre le componenti fresche del piatto (ravanelli, cetrioli), di più difficile abbinamento, trovano felice combinazione con la gradevole nota acidula del Prosecco.