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Il vero gusto della cucina del Sichuan

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La provincia della Cina sud-occidentale è nota come “la terra dell’abbondanza”: la sua gastronomia assai varia riflette tale ricchezza naturale e si fa interprete della raffinata filosofia di questa terra assolutamente affascinante

Dici Sichuan e pensi subito piccante, piccantissimo! È questa la caratteristica più nota della cucina della provincia del Sud-Ovest della Cina, la più famosa al mondo per la sua gastronomia e certamente quella più importata (ma spesso anche stravolta e adattata al gusto occidentale) in Italia. Per fortuna, in tempi recenti, le cose stanno cambiando, e sempre più di frequente nelle nostre città è possibile gustare i veri sapori del Sichuan, provincia che vanta una tradizione antichissima e un’ampia varietà di materie prime e tecniche raffinate. Certo, il peperoncino gioca comunque un ruolo da protagonista, ma è un’introduzione “recente”: prima del XVI secolo, infatti, era il pepe del Sichuan la spezia più amata e utilizzata, con il suo sapore unico, leggermente agrumato e floreale. Peperoncino e pepe vengono uniti nel mala, miscela di spezie utilizzata moltissimo da queste parti e la cui caratteristica principale è la particolare sensazione di intorpidimento lasciata in bocca, alla quale si riferisce proprio la parola mala.

Una terra lussureggiante

Che la cucina e i piaceri della tavola siano fondamentali nella cultura del Sichuan lo dimostra la quantità di ristoranti che affollano la sua capitale, Chengdu, che ne vanta la più alta concentrazione al mondo, oltre a essere stata la prima città in Asia, e la seconda nel mondo, a ricevere il riconoscimento dell’Unesco come Città della gastronomia nel 2011. Luogo dove la storia antica e la modernità si fondono e l’architettura tradizionale convive con la tecnologia all’avanguardia, Chengdu è una città accogliente, famosa principalmente per la sua base di ricerca del panda gigante, il più grande centro di conservazione dei panda del mondo, grazie ai suoi oltre 90 esemplari ospitati. Per un’immersione nella vita quotidiana della città da non perdere il Renmin Park, splendido parco urbano, e la vicina Kuanzhai Alley, strada vivace, piena di negozi e ristoranti, dove fare una pausa di gusto o passare qualche ora giocando a Mahjong; vale la pena fare una sosta anche in una casa da tè di Pengzhen, antico villaggio situato alla periferia della città. Oltre alla sua capitale, la provincia del Sichuan è però davvero ricca di attrattive, nonché una delle zone turistiche più popolari dell’intera Cina. Se tra le sue mete imperdibili c’è la città di Leshan, famosa per il suo Buddha gigante alto 70 metri, il Sichuan è principalmente uno scrigno di biodiversità ambientale, una terra fertile percorsa dalle acque, fiumi e cascate che convergono nella conca rossa, zona votata alla coltivazione del riso, e circondata da maestose montagne che segnano l’inizio del Tibet. Tra i tesori naturali, anche la riserva del Wolong - in cui risiede il panda gigante, ormai vicino all’estinzione - con le sue foreste di bambù di cui si nutrono gli animali, mentre i germogli sono, ancora oggi, una delle principali fonti di alimentazione della popolazione.

10 cose da fare nel Sichuan in una settimana

  1. Percepire la spiritualità sul monte Emei, una delle quattro montagne sacre buddiste della Cina. Da vedere la statua dorata di Samantabhadra alta 48 metri
  2. Immergersi nel verde del monte Qingcheng, culla della cultura taoista cinese
  3. Incontrare i giganteschi scheletri di dinosauro conservati a Zigong
  4. Passeggiare tra le vie di una città costruita secondo il rigoroso sistema Fengshui a Langzhong
  5. Perdersi nella storia antica, visitando il Museo Sanxingdui e il Museo Jinsha
  6. Ammirare i sorprendenti colori delle piscine naturali del parco di Huánglóng
  7. Fare un salto indietro nel tempo nell’antico villaggio di Shangli
  8. Incontrare gli animali selvatici al Bifengxia Wild Life Park
  9. Scoprire l’opera di Du Fu, uno dei poeti cinesi più famosi, nel parco e museo dedicato alla sua vita
  10. Percorrere la Strada Panoramica del suggestivo Passo Jianmen

Cucina per l’anima

Varia come la sua natura, la cucina sichuanese vanta un patrimonio di oltre 5mila piatti tipici. Tra questi, i più caratteristici sono certamente il pollo alla Kung-Po - il cui nome deriva da quello del protettore della corona durante la dinastia Qing - cioè della carne di pollo a cubetti con arachidi fritte e verdure; il maiale cotto due volte, prima bollito o cotto al vapore, quindi saltato in padella; l’anatra affumicata nel tè; le melanzane fritte e caramellate cotte con la carne di maiale, e ancora il mapo tofu con tofu a dadini e carne macinata passati nel wok con brodo doubanjian, condimento fermentato con pasta di soia e pepe, molto diffuso in questo territorio. A racchiudere però l’essenza della cucina della provincia è l’hot pot, conviviale portata composta tipicamente da un brodo condito con molte spezie, all’interno della quale far cuocere carne, pesce, verdura o noodles che vengono immersi per qualche minuto e mangiati direttamente dalla pentola. La complessità dell’hot pot ne fa l’espressione piena dei principi taoisti che definiscono la cucina del Sichuan, combinazione di oltre 24 profili gustativi: un dato di per sé oscuro, ma che lascia intuire come mangiare, da queste parti, non serva a saziare solo il corpo, ma anche l’anima.