IL SIGNIFICATO DELLA libertà
Premiaty > MONDO DONNANel mondo occidentale la libertà è un valore assoluto, protetto e garantito a ogni individuo. Poter fare qualunque cosa si voglia, nell’ovvio rispetto della libertà altrui, è una condizione così quotidiana da risultare paradossalmente scontata e averla persa in questi mesi di pandemia è stato un trauma dal quale le persone stanno facendo una grande fatica a riprendersi.
Se chiedessimo alle persone che incontriamo normalmente se si sentono davvero “libere”, esse non saprebbero bene cosa rispondere. O probabilmente risponderebbero in maniera negativa. La libertà, infatti, non può essere una dimensione univoca, intesa soltanto in un’accezione giuridica: essa è, prima di tutto, un concetto psicologico ed emotivo.
Il nostro "autosalvataggio"
Tutti noi viviamo in un contesto familiare e sociale con delle aspettative e che richiede standard di comportamento molte volte così rigidi e severi da risultare impossibili da sostanziare. Noi per primi, decisamente più spesso di quanto non si immagini, poniamo pesanti attese verso noi stessi in relazione alle quali definire la nostra identità, il nostro ruolo nel mondo e la nostra percezione di felicità. Appare aleatorio ritenerci liberi di scegliere in un mondo siffatto e avremo sempre l’impressione di essere asserviti a qualcos’altro – o a qualcun altro – imprigionati in circoli viziosi nei quali i nostri reali bisogni saranno sempre, inesorabilmente, insoddisfatti.
Esiste una forma ancora più subdola di limitazione della nostra libertà che ci autoinfliggiamo: vivere secondo la “modalità del fare”, quando ci lasciamo guidare dal cosiddetto “pilota automatico”. Lo facciamo tutti i giorni; per esempio ogni volta che, identificata una discrepanza tra la realtà vissuta e quella desiderata, iniziamo a rimuginare cercando una soluzione quasi sempre
impossibile da raggiungere. Quando la nostra mente è irrigidita in questo modo ci sentiamo spinti da una fortissima compulsione ad agire, a “fare qualcosa” a tutti i costi, sprofondati in un’ansia così intensa da sentirci sopraffatti. È sufficiente notare una piccola discrepanza per finire tra le spire del pilota automatico, perdendo tutte le altre forme di consapevolezza; non viviamo più nel momento
presente, ma altrove, in un incessante confronto con la felicità (fasulla) del passato e in una continua proiezione verso obiettivi futuri, da ottenere a qualunque costo, pena una disperazione senza fine.
Felicità e libertà
Questa compulsione mina alle fondamenta la nostra libertà emotiva e la nostra libertà di scelta: agiamo spinti dall’ansia e non per una decisione consapevole. Il pilota automatico sceglie in nostra vece, facendoci credere di farlo per il nostro benessere, mentre al contrario ci spinge sempre più lontano da esso. Al pilota automatico non interessa conoscere davvero il significato della discrepanza tra realtà e desiderio, vuole solo sbarazzarsene. Ma in questo modo sarà impossibile farvi fronte in maniera davvero efficace: la maggior parte delle discrepanze, in fondo, non può essere affrontata e comunque non si può risolvere nel momento stesso in cui queste compaiono.
La “finta soluzione” del pilota automatico non fa che condannarci al disagio. In realtà noi abbiamo sempre la possibilità di scegliere cosa fare, anche se spesso lo dimentichiamo: in ogni momento possiamo scegliere di disattivare quel pilota automatico e riprendere il “volante” dell’esistenza. La mindfulness può aiutare a diventare consapevoli della “modalità nel fare” e a disattivarla, vivendo pienamente il momento presente, anche nei momenti in cui l’ansia o il disagio possono apparire troppo forti. Ricordare a noi stessi che i nostri pensieri e le nostre emozioni non sono più reali di noi e della nostra vita e, in secondo luogo, scegliere di non seguirli sono il modo più forte e immediato di riconquistare la libertà perduta.